Su “Giardino della gioia” di Maria Grazia Calandrone: l’auto-inganno della “poesia civile”
Come già segnalato per il romanzo “Febbre” di Jonathan Bazzi, anche la poesia è attraversata oggi da una nozione di “impegno” prefabbricata, didascalica, imbelle, perfettamente strumentale al sistema (delle lettere e politico) che dovrebbe mettere in discussione.
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