Per una prospettiva costituente. Documento conclusivo del convegno nazionale di Marina di Massa
In questa fase di spaventosi cambiamenti geopolitici, economici, culturali e sociali alimentati dalle élite al potere per conservare e accrescere i propri privilegi – invece di rimuovere le cause del tracollo di un sistema –, il blocco sociale di opposizione che si è incontrato nelle piazze d’Italia per dire no alla “Nuova Normalità” e no alla Nato, sta attraversando un momento di arretramento della partecipazione e di disorientamento sui temi all’ordine del giorno: lo si deve soprattutto all’incalzare di nuove emergenze, di nuove “soluzioni draconiane”, di temporanei “bonus” e false concessioni premiali, a cui la resistenza di quanti hanno compreso la gravità del momento e l’importanza della posta in palio ha risposto dando avvio a una elaborazione organizzativa e politica il più possibile unitaria.
Questo complicato processo rappresenta un fatto nuovo e diverso dai precedenti nazionali (es. movimento No Goblal) e internazionali (es. Gilet Jaunes) che conosciamo, ma anche a petto del precedente tentativo di riforma istituzionale del sistema espresso dalla parabola del Movimento 5 Stelle, che rappresenta a tutti gli effetti un utile modello negativo da tenere sempre a mente.
L’attuale arcipelago di soggetti in cerca di rappresentanza politica esprime infatti caratteristiche proprie: prospettiva anti-sistemica; autonomia territoriale; spirito federativo; aspirazione insieme anti-liberista e anti-tecnocratica; tensione umanista e spirituale; ribellione verso la propaganda, la censura, la domesticazione transumanista dei costumi e il pensiero unico dell’eterno regime di mercato Nato/Oms/Fmi/Ue.
Tuttavia dobbiamo riconoscere che il sistema ha lavorato bene, fin qui, per abbracciare e soffocare ogni dissenso come ogni tentativo di cambiamento dal basso e orizzontale; il nostro nemico si è unito da destra a sinistra perché l’alto non perda i suoi privilegi sul basso, gli oppressori sugli oppressi, i pochi sui molti. In questa congiuntura, la peggiore dalla seconda guerra mondiale a oggi, talmente drammatica da sdoganare lo spettro del Grande Reset nucleare, diventa indispensabile far comprendere in primo luogo al nostro popolo, che è in larga misura un popolo di persone che non si riconoscono più nel modo attuale di fare politica, quale sia la differenza tra i prossimi voti di protesta e tutti quelli falliti in precedenza. È un’esigenza legittima, a cui dobbiamo rispondere attraverso l’adozione di un vero spirito costituente, non solo orientato alle elezioni finto-democratiche con cui il sistema, ogni volta, si legittima.
La costruzione di una lista elettorale unitaria, in questo senso, non deve rappresentare un fine estemporaneo, ma un mezzo per veicolare con forza e durata crescente la novità politica di cui intendiamo farci promotori. Per farlo, la “mistica dell’unità” non deve inseguire l’unanimismo: dobbiamo abbandonare l’idea, sbagliata, che il nostro blocco sociale sia un partito politico o una coalizione di partiti e soggetti politici. Noi non siamo una coalizione, noi siamo un intero, nuovo arco costituzionale che può unirsi, in questa fase del conflitto, con il mandato di riparametrare gli ambiti di esercizio del potere.
Pochi e decisivi i punti di questo mandato: 1) divieto esplicito di proclamazione dello stato di emergenza nazionale per qualunque altro motivo eccetto l’aggressione di potenza straniera; 2) divieto esplicito di lockdown per motivi epidemiologici; 3) abrogazione di qualsivoglia “lasciapassare” e schedatura per l’esercizio di diritti e libertà costituzionalmente garantiti; 4) esplicitazione del principio di precauzione “laddove c’è un rischio, non può esserci obbligo”, no a qualsiasi forma di obbligo vaccinale; 5) limitazione della decretazione d’urgenza e dell’uso della fiducia per un numero ristretto di volte l’anno; 6) esclusione dei DPCM come strumento di governo; 7) abrogazione del pareggio di bilancio; 8) divieto di cancellazione della banconota; 9) opposizione alla sempre maggiore pervasività degli strumenti tecnologici imposti dal regime attraverso la difesa – tra l’altro- del diritto alla privacy e al controllo dei propri dati digitali tanto nei confronti dello Stato che delle aziende private; 10) dichiarazione di neutralità assoluta e sganciamento da qualunque trattato internazionale che ceda pezzi di sovranità.
In questa prospettiva anti-sistemica e di mandato, daremo vita a una compagine molto più forte, più distintiva e più determinata di qualunque ammucchiata meramente elettoralistica: saremo un intero arco sociale e costituzionale che si batte per la libertà e la dignità umana, per l’uguaglianza sociale, per la rinascita del Paese, per una società realmente ispirata ai principii inderogabili dello Stato di diritto e al senso della misura.
L’auspicio dei singoli, dei gruppi, delle associazioni e dei partiti presenti a questo primo convegno sulla prospettiva costituente è in conclusione quello di fare tutti un passo indietro per farne fare uno in avanti al nostro Paese, proprio come fecero i Costituenti, ma prima che la demolizione controllata del sistema ci conduca all’assoggettamento totale o alla guerra civile.
Le tappe di questo percorso accidentato e insidioso sono quelle elettorali, per strappare brandelli di autonomia e autogoverno tanto su scala nazionale che locale, ma anche quelle assembleari, che servono per far conoscere la differenza del nostro approccio politico attraverso la convocazione di nuove assemblee o convegni o stati generali della società dal chiaro spirito e mandato “ri-costituente”. In questa direzione, è prevista la realizzazione di uno o più seminari di studio – affidati a uno storico – sul dibattito che ebbe luogo nel corso dell’Assemblea Costituente circa i principali articoli della Costituzione, per individuare i “compromessi al ribasso”, figli di quell’epoca, come le possibilità rimaste inespresse e ancora attuali: un approfondimento storico e culturale indispensabile per imparare a conoscere e a difendere la nostra Costituzione imparando dal passato e adeguando questa conoscenza al nostro presente e al nostro futuro.
L’obiettivo di lungo periodo è pertanto quello di marciare insieme a tutti coloro che perseguono lo stesso scopo, crescendo di numero alleanza per alleanza, momento dopo momento, finché non saremo abbastanza da poter ottenere un nuovo inizio governato dal popolo italiano nella massima espressione della sua sovranità politica: ossia nello spirito, se non nella forma – allorché i tempi lo richiedano –, di una nuova Costituente.
Marina di Massa, 2 Giugno 2022
Documento approvato all’unanimità dalle seguenti sigle: Rivoluzione Allegra, Studenti No GP Firenze, Siena No GP, Lucca Consapevole, Libertà Livorno, Pisa No GP, Libertà di scelta Versilia, Libera Piazza Genova, Miracolo a Milano, CNT Connessione Nuclei Territoriali, Mantova No GP, Alba No GP, La Tenda Italia, Nea Polis, Resistenza Radicale, M3V, Alternativa Toscana, Federazione Italiana per la Libertà, CLN.
Comunicato stampa conclusivo
Si è tenuto il 2 giugno, anniversario del voto popolare per la Repubblica e per l’elezione dell’Assemblea Costituente, un convegno nazionale sulla prospettiva costituente dal titolo “Una rotonda sul futuro” e, nel pomeriggio, una manifestazione aperta a tutti i gruppi, alle associazioni e ai partiti coinvolti nel progetto di costruire un fronte politico unitario di opposizione a questo regime autoritario e interventista.
La mattina del 2 giugno si sono incontrati a villa Cuturi (Marina di Massa), oltre a un folto pubblico, 45 delegati di 19 gruppi del fronte dell’opposizione anti-sistemica, allo scopo di confrontarsi sui mezzi indispensabili per raggiungere l’unità politica e per individuare un mandato univoco capace di vincolare i nostri rappresentanti al perseguimento di un risultato comune: contenere i margini di esercizio del potere esecutivo, riequilibrare i poteri dello Stato, lavorare per la libertà e la dignità umana, per l’uguaglianza sociale, per la rinascita del Paese, per una società realmente ispirata ai principii dello Stato di diritto e al senso del limite. In una parola, per mettere lo Stato in condizioni di non nuocere al suo popolo.
Al termine dei lavori e della discussione,i delegati hanno firmato un documento conclusivo (vedi sopra), che rappresenta la vera novità politica della giornata e che termina con queste parole:
«L’obiettivo di lungo periodo è pertanto quello di marciare insieme a tutti coloro che perseguono lo stesso scopo, crescendo di numero alleanza per alleanza, momento dopo momento, finché non saremo abbastanza da poter ottenere un nuovo inizio governato dal popolo italiano nella massima espressione della sua sovranità politica: ossia nello spirito, se non nella forma – allorché i tempi lo richiedano –, di una nuova Costituente.»
Nel pomeriggio, in piazza Pellerano, dalle 15 alle 17 oltre cento persone hanno assistito alla presentazione del libro “Governare con il terrore” di Giorgio Bianchi, giornalista e fotoreporter indipendente che per l’occasione ha proiettato materiali audio-visivi inediti dal Donbass.
Alle 17 si è tenuta infine la manifestazione “Festa per una vera Repubblica”, che si è svolta in modo congiunto con le mobilitazioni di piazza indette per lo stesso giorno dal Coordinamento nazionale della Rete dei Movimenti di Resistenza Costituzionale: la manifestazione, che si è tenuta sulla rotonda del pontile di Marina di Massa e che ha visto la partecipazione di oltre trecento persone, ha rappresentato all’opinione pubblica il lavoro dei diversi gruppi ospitati, la gravità del momento geo-politico, nonché il confronto tra la forma repubblicana che era stata espressa nella Costituzione del 1948 e gli sviluppi eversivi degli ultimi anni. Così in Umbria, a Perugia, è andato in scena “il funerale della Repubblica”, a Padova si è festeggiata la “Festa per la Rinascita della Repubblica”, nelle Marche “Macerata ripudia la guerra”, a Rimini la “Festa per una vera Repubblica”, mentre a Marina di Massa si è celebrata la nascita di un nuovo spirito costituente: in tutti i casi si è ribadita la volontà, da parte del popolo oppresso, di unirsi in un soggetto politico unitario per impedire il progetto con cui l’élite al potere intende conservare e accrescere i propri privilegi grazie alla “shock economy”, alla propaganda, alla divisione e all’impoverimento sociale, all’emergenza infinita, alla guerra e al “capitalismo della sorveglianza” dell’era digitale.
Sul palco, dopo l’introduzione degli ospiti – i giornalisti Giorgio Bianchi e Fulvio Grimaldi –, si sono succeduti a ritmo serrato gli interventi di altri 16 delegati di piazza, di associazione e di partito, in questo ordine complessivo: Giulio Milani (RivAL) Giorgio Bianchi (fotoreporter e scrittore) Fulvio Grimaldi (giornalista e scrittore) Rosanna Andreozzi, Andrea Majid Valcarenghi (La Tenda Italia Grosseto) Daniele Ramadan (filosofo, Studenti NoGP Firenze) Alessio Gasperini, (Miracolo a Milano) Guido Cappelli (CLN Napoli/Sindacato FISI/ Docenti No GP) Roberto Niccoli (Genova Libera Piazza) Mario Monforte (Nea Polis Firenze/Prato) Elvino Vatteroni (Italexit Carrara) Luca Paolella (No GP Provincia di Imperia) Massimiliano Marchi (Lucca Consapevole) Paola Trambusti (NoGP Pisa) Gabriele Giovannini (Alternativa Toscana) Claudia Bonsanti (Libertà di Scelta Versilia) Andrea Macciò (FPL Firenze) Loredana Soffio (RivAl).
La manifestazione si è sciolta alle 20 con l’invito a unire tutto il fronte dell’opposizione e a ripetere la forma assembleare e convegnistica per dare al movimento federativo l’occasione di confrontarsi, di riflettere e infine di convergere su un percorso politico comune dallo spirito, per l’appunto, “costituente”.
Comunicato del 3 giugno 2022
Giulio Milani, nato a Massa nel 1971, muore al secolo nel 1996, quando prende i voti letterari per l’antologia Under 25 Coda nelle mani di Giulio Mozzi; rinuncerà al sacerdozio nel 2005, all’inizio accettando la direzione della casa editrice Transeuropa, poi con la nascita della prima di tre figli e l’avvio della lotta per la vita. Ha comunque curato le antologie I persecutori (Transeuropa, 2007) e Over Age. Apocalittici e disappropriati (Transeuropa, 2009) e pubblicato i romanzi La cartoonizzazione dell’Occidente (Transeuropa, 1998, n.e. Laurana, 2018), Gli struggenti o i Kamikaze del desiderio (Baldini & Castoldi, 2004), La terra bianca (Laterza, 2015). Ha intervistato lo scrittore Mario Rigoni Stern in Storia di Mario. Mario Rigoni Stern e il suo mondo (Transeuropa, 2008). Quando non era ripiegato sui suoi interessi, ha scoperto e lanciato diversi scrittori, tra cui Fabio Genovesi, Giuseppe Catozzella, Andrea Tarabbia, Demetrio Paolin, Stefano Amato. In ambito editoriale, è stato promotore e coordinatore della collana di coedizioni “Indies” di Feltrinelli e dello scaffale di tutela della bibliodiversità con LibrerieCoop; ha ideato e prodotto la collana “Wildworld” per Transeuropa. Nel novembre del 2019, ha fondato con Veronica Tomassini il movimento letterario degli Imperdonabili. I suoi ultimi libri sono il saggio storico I naufraghi del Don. Gli italiani sul fronte russo 1942-1943 (Laterza, 2017), la curatela dell’antologia di artisti, scrittori e poeti dissidenti Noi siamo l’opposizione che non si sente e il saggio storico-politico La peste e la rivoluzione (Transeuropa, 2021).