Le circostanze sono Fuori Controllo
C’è poco da fare: qualunque sia l’oggetto della discussione, il dibattito in rete è un dialogo tra sordi idrofobi ultra polarizzati.
Quando si combatte a suon di post e commenti, ogni scambio allontana le parti, e non potrebbe essere altrimenti: che bisogno c’è di firmare un trattato di pace quando non hai la faccia dell’altro che ti cambia espressione davanti, che ti mette pressione, figurarsi quando non rischi di prendere due sberle? La guerra è fredda, troppo fredda e simulata, questi missili non fanno male a nessuno.
Come Imperdonabili ci abbiamo provato, abbiamo recensito il peggio dell’establishment, stroncato, proposto alternative; siamo entrati nel loro territorio, gli abbiamo pisciato sugli zerbini e scritto sui muri, abbiamo aspettato tutta notte che mettessero il muso fuori di casa.
Quando abbiamo levato le tende sono scesi a pulire, hanno scritto che stroncare non si fa, è maleducato, poi sono tornati a giocare con le gemelle Kessler maquillate da nuovi che avanzano.
Quando si combatte in tempo reale ed esiste un botta e risposta, invece… Be’, non lo sappiamo com’è, perché quella roba non si è mai vista: gli scrittori italiani che parlano tra di loro sono tutti d’accordo, sempre, si imboccano a vicenda brillanti punti di vista laterali, molto interessanti, e che grande sensibilità! Quanto imparano l’uno dall’altro è una cosa che – guardate – mi viene da piangere; e non ci provate a parlarmi della Murgia, della Valerio e del loro format irriverente da bambine di otto anni; che facessero una diretta con Parente: non mi aspetto nulla di costruttivo, ma un po’ si ghignerebbe.
Per questo, quando ho incrociato la diretta di Fuori Controllo dove Filippo Ottonieri discuteva con Giulio Milani e Davide Bregola, ho sentito uno sbuffo d’aria meno viziata. Parlavano di Covid, anzi, della gestione del Covid, e no, non erano d’accordo, manco per le palle.
I tre duri hanno retto e ragionato per un’ora su un tema che, è evidente, li infuocava, ma l’hanno presa come una partita si scacchi, non come un dibattito presidenziale. C’era lo sforzo reale di costruire un ponte, per quanto derelitto, tra due posizioni opposte, e la prima regola per tenere in piedi una struttura simile è: MAI ignorare i fatti che il tuo avversario mette sul tavolo. Combattili, aggirali, confutali, ma se li ignori il confronto fallisce per definizione. E alla fine, difatti, da qualche parte sono arrivati.
Questo è lo spirito del format Imperdonabile, una piattaforma che abbiamo lanciato a fine settembre e sulla quale si è ormai trasferito il nostro dibattito: se ce l’abbiamo fatta con un argomento isterico come la pandemia, mi chiedo se sia possible farlo anche con la narrativa.
Perché negare la crisi del romanzo italiano è assurdo quanto negare l’esistenza del Covid.
E allora ammettiamolo, e facciamoci trascinare dal nostro irreprensibile host Peter Genito per parlarne con Imperdonabile spirito critico.
Nel frattempo, se ve le siete perse, trovate QUI (canale Facebook) e QUI (canale YouTube) le puntate precedenti.
Luca Fassi nasce a Marcallo con Casone, in provincia di Milano, nel 1982. Laureato in economia, vive e lavora a Saint Joseph, in Michigan. Con Transeuropa ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Termomeccaniche, nel 2019.